LA GABBIANELLA E IL GATTO compie 20 anni!!!

Il film “LA GABBIANELLA E IL GATTO” uscì nelle sale cinematografiche di tutta Italia il 23 Dicembre 1998, esattamente 20 anni fa.

E’ un anniversario importante, che merita di essere celebrato e ricordato per una moltitudine di motivi.
In quegli anni in Italia furono varati una serie di progetti sia per il cinema che per la televisione che diedero il via ad una sorta di “Rinascimento Italiano” dell’Animazione, grazie soprattutto a RAI FICTION, che si costituì proprio nel 1997, diventando il motore (fino al 2017, anno in cui questa attività confluì in RAI RAGAZZI) delle principali società di animazione italiane, destinando una percentuale dei proventi derivanti da CANONE e pubblicità al cofinanziamento dell’Animazione Italiana.

Fino ad allora, i pochi professionisti del Bel Paese che lavoravano in questo settore si limitavano a lavorare sulle pubblicità, su prodotti a basso budget o esteri.
L’industria dell’animazione Italiana era inesistente e nessuno era disposto ad investirci, né tanto meno a scommetterci.
Non esistevano scuole o corsi che insegnavano questo mestiere, che d’altro canto non era nemmeno considerato un vero e proprio mestiere.
Si imparava da soli, sfruttando magari quei pochi studi di animazione che permettevano di fare della gavetta.

LA GABBIANELLA E IL GATTO (insieme a LUPO ALBERTO del 1997) cambiò tutto.
Prodotto dalla Cecchi Gori Group, riunì sotto la direzione del regista Enzo D’alò professionisti e studi di tutta Italia.
Infatti, come succede anche oggi, un film del genere richiedeva necessariamente la collaborazione di centinaia di artisti.
La società LANTERNA MAGICA di Torino, che con MARIA FARES Produttore Esecutivo, era a capo della Produzione, non poteva riuscire a sostenere da sola una simile mole di lavoro in così pochi mesi, nonostante fosse forte dell’esperienza del film precedente, LA FRECCIA AZZURRAuscito nel 1996 con un buon successo.


La sua realizzazione coinvolse quindi Studi di animazione di tutta Italia, dalla Sicilia al Piemonte, che il regista Enzo D’Alò e Silvio Pautasso, supervisore di storyboard e animazione, seguirono senza sosta:
Grafimated di Palermo, Studio Imago e Tip Toe Studio di Torino, The Animation Band, Quick Sand, Riccardo Denti e  Ferrari di  Milano,  Graphilm di Roma  e Studio 4 di Firenze, in cui lavorò anche Luca De Crescenzo, co-fondatore di Fenix Studios, come intercalatore e clean up artist. Ricorda ancora le frequenti visite che Enzo D’alò faceva allo studio, per supervisionare le animazioni e dare le varie correzioni.
Le bellissime scenografie erano studiate da Michel Fuzellier e  il compianto Walter Cavazzuti era lo straordinario Character design.

Il film si contraddistingue anche per essere riuscito  magistralmente a inserire, tra la tecnica tradizionale dell’animazione usata per la maggior parte della storia, delle brevi scene con stili sperimentali, come la parte del sogno della protagonista NINA, realizzata da Mario Addis.

La tecnica utilizzata all’epoca era ancora quella tradizionale, per cui i disegni venivano effettuati con matita su carta, e solo dopo venivano acquisiti con lo scanner e colorati digitalmente. La tecnologia in quegli anni in Italia era veramente agli albori, e da noi esistevano solo tre studi  che si occupavano esclusivamente di coloritura digitale e a cui venivano spediti pesantissimi pacchi con centinaia di cartelline stracolme di fogli di carta:

CARTOONIA a Torino e PIXIBOX STUDIOS e COLOURLAND, a Milano. Dopo aver colorato, si occupavano anche del compositing, editando digitalmente le scene animate finali, definitive e montate.

 

Il film non era solo animazione, ma era composto da una perfetta fusione di tantissimi professionisti:
doppiatori come Carlo Verdone e Antonio Albanese, per citare i più noti;
musicisti come David Rhodes, (collaboratore di Peter Gabriel e Paul McCartney) che compose la bellissima colonna sonora;
Cantanti come Ivana Spagna, Leda Battisti, Samuele Bersani e Gaetano Curreri;

Soprattutto, era tratto da un libro che era uscito due anni prima e che aveva conosciuto un vastissimo successo in tutto il mondo: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, di Luis Sepulveda, (che partecipò al film anche come doppiatore nel ruolo del Poeta).
Il romanzo ebbe una diffusione così vasta che tutte le scuole italiane lo adottarono come libro di testo, il che contribuì non poco a fare da traino per il film: migliaia di scolaresche di tutta la penisola si riversarono alle proiezioni.

Decine degli artisti che parteciparono sono tutt’oggi in attività e devono molto a quel film, che per la maggior parte di loro fu la prima esperienza lavorativa importante.
La prima avvenne a Torino, anticipando di pochi giorni l’uscita nelle sale, e furono invitati TUTTI gli studi e i professionisti che avevano partecipato alla realizzazione.
Fu una grande festa e alla fine della proiezione, l’emozione si leggeva sui volti di tutti!
…E non era dovuta solo alla felicità per aver partecipato a un progetto così bello , importante e ambizioso, ma era stata causata da quel cartone animato, da ciò che provocava agli spettatori.


Enzo D’alò era riuscito a confezionare un film avvincente, che divertiva e commuoveva, dispensando non solo buoni sentimenti, ma anche una serie di preziosi messaggi:
Favola ecologica, con il  petrolio, vera e propria peste nera, che uccide la gabbiana, la quale, prima di morire, affida il suo uovo al gatto, che le promette di averne cura;
Storia di grande  amicizia, dove le differenze sono ignorate, l’accettazione del diverso è vista come uno scambio meraviglioso, un arricchimento continuo, che dà ancora oggi uno  splendido messaggio di integrazione, più che mai attuale;
Bellissima lezione di coraggio, dove ognuno supera le proprie paure e trova la forza di andare oltre le convenzioni, al di là delle apparenze e i luoghi comuni, riuscendo grazie all’amore a vincere le differenze… e riuscire a VOLARE!


Ognuno si rendeva conto che i numeri per conquistare il grande pubblico c’erano tutti e che avevamo realizzato un prodotto che nulla aveva da invidiare a quelli delle grandi Major.
Per la prima volta ce la giocavamo alla pari.
O quasi.
Uno dei grandi handicap era lo svantaggio di non poter usufruire di una campagna pubblicitaria neppure lontanamente paragonabile a quella che potevano permettersi i lungometraggi della Disney o della Dreamworks.

Nonostante questo, l’accoglienza del pubblico superò ogni rosea aspettativa: molto probabilmente si attivò un passa-parola che fece schizzare alle stelle gli incassi del film:

12 miliardi di lire, corrispondenti più o meno ai 6 milioni e 200. 000 euro attuali.

Ancora oggi, nessun altro lungometraggio di animazione italiano è riuscito non solo a superare, ma nemmeno ad eguagliare il risultato de LA GABBIANELLA E IL GATTO, che risulta il film a cartoni animati Italiano più visto di sempre.

Se pure qualcuno si fosse accorto delle piccole pecche nell’animazione, speriamo con questo articolo di averne spiegato le motivazioni e di avere così  illustrato come una grande impresa come questa  non intimorì coloro che a quel tempo, in Italia, erano veramente dei pionieri alle primissime armi!

Alla fine, si può dire che tutti noi, lavorando a quel film, imparammo da quella piccola gabbianella Fortunata a trovare il coraggio di superare ogni difficoltà, ad attingere alle nostre capacità per riuscire a spiccare il volo e realizzare quel folle sogno che è lavorare nell’animazione qui in Italia!

 

 

 

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